La pacchiana


GIZZERIA donna in costume

I nuclei più antichi del paese, di solito sono composti da nove case, con disposizione a cerchio intorno a un larghetto di circa 50 mq, un tempo per difendersi meglio e per raccogliere il bestiame; ma, più spesso, si snodano lungo vie e vicoli irregolari che fanno da corridoio aperto per le diverse case.

Le piazzole della vita politica ed economica più antiche sono due, racchiuse da un lato da due Chiese, dove in una esistono le belle e venerate statue di San Giovanni Battista e della Madonna del Carmine. Altre due invece sono più recenti perché nate dall'urbanistica che è quella tecnica di coordinamento costruttivo degli insediamenti demografici, tendente a realizzare le migliori condizioni di vita e di  produttività degli abitanti.

.Il paese tipico

Un tempo in paese, che si trova in pendio per una esigenza di carattere difensivo e igienico in quanto, mancando le fognature, il paese doveva "lavarsi" alle prime piogge, non esisteva la vita notturna essendo scarsa l'illuminazione. Poi arrivò l'energia elettrica e l'acqua domestica e industriale dei quali si abusò un po' troppo, la rete fognante, la pietra per selciato, il bitume, il ferro, il cemento, ecc., così ogni abitazione ha i fornelli elettrici e a gas, il gabinetto con bagno caldo, le camere con pavimento di ceramica, legno e marmo al posto della creta cruda e cotta, le scale in cemento rivestito e gli intonaci, sicché, visto da lontano, il paese non ha più la vecchia patina nera, ma biancheggia al Sole e, dopo il tramonto, presenta una vita serale per le vie, nei bar e nelle case.

Esempio di caseggiato dato da più case-torri

La casa di architettura spontanea, edificata in pietra e malta di calce su 40-50 mq, con piccole finestre senza simmetria, ora anche con balconi, di solito a torre attaccata ad altre case in isolati, a volte, d'incomparabile bellezza, è composta dal classico trio abitativo: magazzino, camera e tavolato con focolare; ma spesso la cucina si trova al magazzino-ingresso aperto sul vicolo con due porte incernierate alla stessa anta, di cui una alta la metà detta "porticella", serve contro gli animali vaganti per il paese, ma anche per avere aria e luce contemporaneamente.

L'antico guardaroba della camera era composto da due casse, dove le donne conservavano i panni della famiglia e il loro costume. Il costume è formato dalla sottoveste bianca visibile alla caviglia, coperta dalla veste di panno rosso, nero o di colore intermedio. Sulla veste sta il grembiule e la gonnella annodata dietro a gran coda. Il busto è coperto dalla camicetta con sopra il bustino rigido e lo spalliere che s'infila nel bustino. Gli avambracci sono coperti da maniche con paramani ricamati. La testa è ricoperta dal mantile nero.

L'origine di questo costume è senz'altro naturalistica: sembra che voglia imitare il piumaggio di alcuni volatili bicolori, con cappello e coda lunga; ma l'origine potrebbe essere anche mitica perché s'ispira alla Sirena, per metà uccello e per metà donna, a Ligeia che abitava a Terina e aveva per compagne le ninfe Pandina e Tereina, affiggiate su alcune monete d'argento tra le più belle del mondo greco.

Accanto alla casa spesso esiste un piccolo locale, dove si tiene la legna per il focolare e le frasche per il forno, e anche l'asino che però, ormai, è quasi del tutto abbandonato. La sua importanza di animale spiccatamente rustico, docile e poco esigente dal punto di vista igienico-alimentare, adatto al lavoro da basto, è stata grandissima per noi che abbiamo 3/4 di terreno collinare e montuoso senza strade, e non solo per noi perché importato dall'Africa, si è sviluppato ovunque, specialmente a Pantelleria, in Sicilia, Puglia, Sardegna, Catalogna formando proprie razze.


Donna in costume


Nota: per una monografia sul costume tipico rimandiamo a un lavoro di Camillo Trapuzzano, "Il costume femminile a Gizzeria", in cui viene fornita un'analisi storica sull'evoluzione del costume di Gizzeria nel tempo, con riferimento alla tradizione albanese, in larga misura perduto













Come Arrivare GIZZERIA

Comune di Gizzeria
Provincia:
Catanzaro
Superficie:
35,9
Abitanti:
4.356
Denominazione Abitanti:
Gizzeroti O Gizzeresi
panorama

Descrizione Luogo
Il paese ha una configurazione varia e paesaggisticamente interessante: montuosa a nord e piana a sud, con una zona marina (Lido di Gizzeria) aperta in questi ultimi anni al turismo.

Otto chilometri di costa con spiaggie lunghe e mare profondo. Le spiaggie non sono particolarmente affollate tranne nei fine settimana di luglio e agosto.
Esistono numerosi sentieri di montagna che ancora non richiamano i turisti, ma che vanno bene per escursionisti.



DA VEDERE
Chiesa di S. Giovanni Battista
Della Chiesa si ignora l'anno di fondazione, mentre il culto di S.Giovanni Battista è attribuito ai Cavalieri di Malta, quindi antecedente al 1655.
La tradizione popolare narra che la Chiesa fu fatta costruire da un nobile cavaliere per voto fatto di scampato pericolo nel Golfo di S.Eufemia. La Chiesa fu danneggiata dal terremoto del 1638 e riparata nel 1700. Nel 1850 fu restaurata e trasformata nel 1964.

All'interno vi si trovano: l'acquasantiera, la statua di cartapesta di San Giovanni Battista, di notevole fattura e autore ignoto, voluta da Don Pasquale Miceli, nobiluomo, nel 1835, gli affreschi di Zimatore e Grillo, oltre al tabernacolo marmore o di scuola napoletana del XVII sec., la tela di autore ignoto che raffigura la decollazione di S. Giovanni Battista, il dipinto di S. Nicola e S. Francesco di Paola, opera del Maestro Francesco Antonio Caporale di Lamezia Terme.


Chiesa e Confraternita della SS.Annunziata
Sconosciuto è l'anno di fondazione, ritenuta del 1600, anno in cui si costituì la relativa Confraternita, con il titolo della Madonna della SS. Annunziata.
All'interno scultura lignea dell'Annunciazione dell'Angelo a Maria.

Monastero di S. Maria delle Grazie e Chiesa del SS.Rosario
Incerta è l'epoca di fondazione, probabilmente risale all'anno 1500 ad opera dei Padri Minori Conventuali.
Sorse all'inizio con il titolo di S.Maria Della Grazie.

La Chiesa del SS.Rosario è edificata accanto al convento e sul portale campeggia la data del 1509, mentre sull'altare che fu successivamente restaurato, riporta la data del 1615.


La Casa Iannazzo
Nel centro storico esistono molte case ispirate al Classicismo, purtroppo, però, sono state trasformate o integrate, ad eccezione di una che conserva intatto lo stile. La Casa Iannazzo, costruita tra il 1852 e il 1855, presenta l’altezza muraria divisa in due ordini: a bugne lisce quello inferiore e a fondo liscio quello superiore, con cornice marcapiano che separa i due piani costruiti col sistema di muratura a scaglia calabrese, in pietra locale listata in cotto per formare le bugne (piano liscio su piano bugnato).

Tutta la facciata dell’edificio neoclassico è rinserrata verticalmente, dai due ordini distinti delle pilastrate di bugnature angolari, mentre orizzontalmente è rinserrata dello zoccolo della base e dal cornicione decorato con mensole a completamento del manufatto che ha la parte mediana

dell’ordine inferiore sporgente, munita di due portoni archivoltati con ghiera intorno di derivazione romana, rispetto ai lati che formano due corpi di fabbrica, ossia due ali laterali simmetriche scandite da quattro porte architravate, anch’esse con ghiera, di derivazione greca, sormontate da finestre inferriate.



DINTORNI

Lamezia Terme
Lamezia Terme, nata nell’anno 1968 dall’unificazione dei comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia Lamezia, ha una estensione di circa 161 km quadrati.
Mare e montagna sono le specificità di questo territorio, con un clima tipicamente mediterraneo.

A pochi chilometri dal mare e dalla montagna sorge l’area termale di Caronte, un moderno e attrezzato stabilimento idrotermale che consente di praticare bagni, fanghi, inalazioni, nebulizzazioni e cure estetiche, che, secondo autorevoli storici, sarebbero da identificarsi con le "Acquae Angae" degli Itinerari Romani e conosciute fin dal II° secolo d.C.


Nocera Torinese
Numerose le attività ricettive che insieme al paesaggio naturale esistente accolgono, soprattutto nei mesi più caldi dell’anno, grandi quantità di turisti e visitatori.

Falerna
Le colline e i terrazzi affacciati a strapiombo sul mare offrono panorami sul mare. Falerna si inserisce nel territorio della Comunità Montana dei Monti Tiriolo-Reventino-Mancuso ed ha molto da offrire al turista anche dal punto di vista naturalistico. Dai monti Castelluzzo a m.1299 e Mancuso a m.1.327 sgorgano numerose sorgenti di acqua naturale. La vegetazione è costituita da faggi, ontani, castagni e pini. Nel territorio di Falerna si possono ammirare anche delle torre costiere difensive.



DIVERTIMENTI

Kite Surf – Windsurf – Vela – Canoa – altri sport
Un forte richiamo a Gizzeria Lido è il vento che crea una condizione ideale per chi pratica wind surf o aquiloni/kite surf.

A Lamezia Terme: località Marinella
A Gizzeria Lido: località Pesce e Anguille
Info su: http://digilander.libero.it/lameziakite/

Ayers Rock One – Lamezia Terme
Disco pub







Risorse
L'economia del paese è a base agricola: frutta, olive, cerali, uva. Buona l'attività peschereccia.



Cenni Storici
Le radici di Gizzeria, affermano alcuni studiosi, risalgono a un'antica colonia greca detta Izzario o Izzaria, poi assorbita dal Monastero basiliano di San Nicola latinizzato nell'XI secolo dai benedettini di S. Eufemia.
Effettivamente le marine, occasionalmente, restituiscono reperti archeologici di necropoli e insediamenti umani, nonché testimonianze preistoriche.

Il territorio di Gizzeria, attraverso i reperti archeologici rinvenuti, conta numerose testimonianze di insediamenti italici e greci nell'antichità. Nell'XI secono, c'era un insediamento attorno al monastero bizantino di San Nicola di cui si sa molto poco.

La fondazione ufficialmente riconosciuta è quindi del 1450 circa, ad opera dei coloni arbëreshë, provenienti dall'Albania in varie ondate.

Il paese fu presto assegnato, assieme al territorio di Nocera Terinese, al feudo di Santa Eufemia governato dai Cavalieri di Malta che operarono una latinizzazione del paese i cui abitanti abbandonarono la lingua albanese e il rito ortodosso, mantenuti in altri centi arbëreshë del Meridione d'Italia.

Nell'epoca borbonica furono limitati i privilegi ecclesiastici, e verso l'inizio dell'Ottocento fu abolito il feudalesimo. Si assistette, in questo modo, all'ascesa sociale di una borghesia territoriale: i galantomini.

Numerosi paesani parteciparono ai moti liberali, tra i quali è da citare Alessandro Toia, uno dei partecipanti alla spedizione dei Mille e dopo l'unità d'Italia furono numerosi gli episodi legati al brigantaggio.

Verso la fine dell'Ottocento, la scarsità delle risorse e l'aumento demografico determinarono l'inizio di una forte emigrazione che continua in qualche modo ai giorni nostri, e l'urbanizzazione di una cospicua parte della popolazione che è andata a vivere a Nicastro, oggi Lamezia Terme.









Come Arrivare
In Auto
Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, prendere la S.S. 280 e proseguire per la S.S.18, uscita Gizzeria.

In Treno
FS: linea Roma-Napoli-RC. Stazioni di Lamezia Terme-Gizzeria Lido-Falerna-Nocera Terinese.
Ferrovie della Calabria: linea Catanzaro- Soveria Mannelli -Cosenza con numerose fermate nei vari centri abitati.


In Aereo
Vicinissimo è l'Aeroporto di Lamezia Terme







Azienda Tras Extraurbano
Ferrovie della Calabria

Stazione FS
Lamezia Terme

Stazione FS servizio IC,ICplus,ICN,E
Lamezia Terme

Stazione FS servizio ES
Lamezia Terme

Aeroporto
Lamezia Terme

Gizzeria Cenni storici



Gizzeria
Comune della provincia di Catanzaro, composto dal capoluogo, da Gizzeria Lido e La Presa. Il
territorio- kmq 35,93- confina con quelli dei comuni di Falerna, Lamezia Terme, e col mar
Tirreno. Si stende nell'estremo lembo nicastrese della Sila Piccola. L'abitato è a 630 metri sul
livello del mare, a 52 chilometri da Catanzaro, sulla statale 18.
Cenni storici:
Gizzeria sorse per opera di profughi albanesi, sfuggiti alla distruzione che i Saraceni avevano
fatto di un'antica colonia greca detta Izzaria o Izzario, rifugiatisi in zona presso il Monastero di
S. Nicola. Il Duca di Calabria, Roberto, fece dono del feudo al Monastero di Sant'Eufemia, dal
quale esso passò in seguito all'Ordine di Malta, che lo comprese nel Baliaggio di Sant'Eufemia.
Fu danneggiata dal territorio del 1783. Per la legge 19 gennaio 1807 i francesi ne facevano un
Luogo, ossia Università nel cosiddetto Governo di Sant'Eufemia del Golfo. Nel riordino disposto
per decreto 4 maggio 1811, istitutivo di Comuni e Circondari, gli era attribuito come Villaggio,
ossia frazione, Sant'Eufemia e compreso nel Circondario di Sambiase. In agricoltura le
produzioni sono legumi, frutta, olive, cereali, uva. Il patrimonio zootecnico è costituito da ovini,
caprini, bovini e suini. L'artigianato è presente con alcune botteghe di mobili e di infissi e presso
alcune famiglie con l'uso del telaio a mano per la tessitura di coperte e di sciarpe.
Beni architettonici presenti:
Gizzeria: Palazzo Ianazzo, Palazzo Iannazzo II, Palazzo Miceli, Palazzo Villella-Agapito, Chiesa
dell'Annunziata, Chiesa di San Giovanni Battista, Chiesa e Convento di S. Maria degli Angeli;
Località Maiolino: Casino Maiolino Stocco;
Contrada Zinnavo: Mulino;
Località Capo Suvero: Torre Capo Suvero;
Località Santa Caterina: Torre Santa Caterina;
Contrada Iacona: Torre Spineto;
Il patrono è festeggiato il 24 giugno. Fiere 28-29 agosto, la seconda domenica d'ottobre, l'8
dicembre. Mercato prima domenica d'ogni mese. Gli abitanti sono detti Gizzeroti.

GIZZERIA IL CENTRO



Gizzeria, pur essendo parte di un comprensorio archeologico di notevole importanza, non vanta origini remote che si perdono nella notte dei tempi. Le sole notizie certe della prima costituzione del paese non vanno al di là del periodo bizantino. Molto controversa è anche l'etimologia del toponimo. La forma Izaria è, invece, da ricondurre alla migrazione albanese. In epoca normanna il nome era stato Yussaria. Da Izaria derivò successivamente Jzaria (1510), poi mutatosi in Jazzaria o Jizzeria. Il nome attuale è in uso dal 1753.
La storia del paese, dopo la distruzione da parte dei Saraceni, avvenuta verso la fine dell'anno mille, è centrata prevalentemente sul monastero greco di San Nicola, un piccolo agglomerato di pochi abitanti, alloggiati per lo più in pagliai ed abituri. Il cenobio che sorgeva su un terreno appartenente ai Cavalieri di Malta, ha avuto dapprima una sua vita autonoma, durata fino a quando Roberto il Guiscardo, latinizzandolo, lo concesse alla famosa abbazia benedettina di S. Eufemia.
Intorno a questa comunità si è sviluppato, pertanto, il primo nucleo dell'abitato di Gizzeria, un paese che non avrebbe avuto un ulteriore sviluppo se non fosse stato, rinvigorito dall'apporto di profughi albanesi venuti nell'Italia meridionale per domare la rivolta dei baroni calabresi. Furono questi soldati a rifondare tra il 1448 e il 1450 Gizzeria e numerosi altri paesi della provincia di Catanzaro.
Dalla costituzione in “universitas”, tra il 1558 e il 1574, la sua storia non offre per secoli elementi di particolari novità. Solo alla fine del '700 il paese sembra scuotersi dal torpore riservando una buona accoglienza ai reparti dell'esercito rivoluzionario, salvo poi a ricredersi nel 1806 quando Gizzeria accolse a fucilate quei francesi che dovevano rimanervi per tre anni.
Nel 1848 è segnalata la presenza di diversi gizzerioti nella battaglia dell'Angitola, nel corso della quale avrebbero dato una buona prova del loro valore contro le milizie borboniche. Anche una cellula mazziniana prosperò nel paese, animata precipuamente da Antonio Miceli e da Alessandro Toja che ritroveremo tra i Mille di Garibaldi sbarcati a Marsala.
Le vestigia di tale percorso storico sono costituite dagli edifici di culto e dai pochi palazzi medio-alto borghesi, con qualche ricerca di ornamentazione ricalcante moduli neoclassici. Sono di qualche interesse la Chiesa dell'Annunziata e quella parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista.
Gli Albanesi avevano portato nelle nuove terre, assieme alla lingua, le loro tradizioni, i loro costumi, i loro usi. La comunanza con altre famiglie venute da altre zone della Calabria, in particolare dopo i due disastrosi terremoti del 1638 e del 1783, gli scambi commerciali, le relazioni, i matrimoni con gente dei paesi vicini, modificarono notevolmente il carattere della popolazione, preparando la progressiva scomparsa dell'idioma. Oggi la traccia del tessuto sociale arbresh rimane solo in qualche parola e, con qualche variante, nel tradizionale costume femminile, ormai quasi scomparso.
Durante il fascismo, il territorio di Gizzeria venne ridotto notevolmente a vantaggio del nuovo comune di S. Eufemia Lamezia, voluto da Mussolini dopo la bonifica dei terreni paludosi della piana.
Nel secondo dopoguerra la popolazione di Gizzeria, come tutti i piccoli comuni dell' interno della regione, ha subito una notevole flessione a seguito del massiccio flusso migratorio verso l'Europa, le Americhe, l'Australia e le città del triangolo industriale.

GIZZERIA NEVE



Gizzeria

Gizzeria è un comune di 3.833 abitanti della provincia di Catanzaro. A 600 metri sul livello del mare, abbarbicato sui pendii della valle del torrente Casale, sotto il colle Micatundo, Gizzeria è un paese di origine albanese in provincia di Catanzaro. Il territorio di Gizzeria, attraverso i reperti archeologici rinvenuti, conta numerose testimonianze di insediamenti italici e greci nell'antichità. Nell'XI secolo, c'era un insediamento attorno al monastero bizantino di San Nicola di cui si sa molto poco. In epoca Normanna, denominata Yussaria, fu un Castrum del Duca Roberto il Guiscardo, e fu donata in feudo all'abbazia Benedettina di Sant'Eufemia. La fondazione ufficialmente riconosciuta è quindi del 1450 circa, ad opera dei coloni arbëreshë, provenienti dall'Albania in varie ondate. Il paese fu presto assegnato, assieme al territorio di Nocera Terinese, al feudo di Sant'Eufemia governato dai Cavalieri di Malta che operarono una latinizzazione del paese i cui abitanti abbandonarono la lingua albanese e il rito ortodosso (mantenuti in altri centi arbëreshë del Meridione d'Italia). Nell'epoca borbonica furono limitati i privilegi ecclesiastici, e verso l'inizio dell'Ottocento fu abolito il feudalesimo. Si assistette, in questo modo, all'ascesa sociale di una borghesia territoriale. Numerosi paesani parteciparono ai moti liberali, tra i quali è da citare Alessandro Toia, uno dei partecipanti alla spedizione dei Mille e dopo l'unità d'Italia furono numerosi gli episodi legati al brigantaggio. Verso la fine dell'Ottocento, la scarsità delle risorse e l'aumento demografico determinarono l'inizio di una forte emigrazione che continua in qualche modo ai giorni nostri, e l'urbanizzazione di una cospicua parte della popolazione che è andata a vivere a Nicastro, oggi Lamezia Terme.


Ci sono due fiere popolari. Una in occasione della festa del Patrono San Giovanni Battista il 24 giugno ed una nell'ultima domenica di ottobre: a fhera a' Cona in cui c'è il caratteristico mercato degli animali.

GIZZERIA JACARI



Situata in posizione panoramica alle pendici del Monte Mancuso, di fronte al Mar Tirreno, ad un'altitudine di 630 mt s.l.m., dispone di una superficie di 35.93 Kmq, fino a qualche anno fa contava oltre 3.500 ab.
Gizzeria è rinomata per la produzione agricola di ortaggi, ottimo dino ed olio di oliva, oltre all'attività turistica nella zona marinara, con la presenza di buone strutture albreghiere.
Gizzeria, non vanta origini remote, pur essendo parte di un comprensorio archeologico di notevole importanza. Le sole notizie certe della prima costituzione del paese non vanno al di la del periodo Bizantino. Molto controversa è, anche, l'etimologia del toponimo Gizzeria. C'è chi lo ritiene derivante dal greco Izwsios = essere collocata. La forma Izaria è, invece da ricondurre alla migrazione albanese. In epoca normanna il nome era stato, al contrario, Yussaria. Da Izaria derivò successivamente Jzria (1510), poi mutatosi, per ragioni fonetiche, in Jazzaria o Jizzeria. Il nome attuale è in uso dai 1753. La storia del paese, dopo la distruzione da parte dei Saraceni, avvenuta verso la fine dell'anno mille e precisamente il 981, secondo quanto dicono alcune fonti storiche, è prevalentemente centrata, nei primi secoli, sul monastero greco di S. Nicola, un piccolo agglomerato di pochi abitanti alloggiati per lo più in pagliai ed abituri.
Il cenobio, che sorgeva su un terreno appartenente ai Cavalieri di Malta, ha avuto dapprima una sua vita autonoma, durata fino a quando Roberto il Guiscardo, latinizzandolo, la concesse alla famosa badia benedettina di S. Eufemia intorno a questa comunità, si sviluppava così il primo nucleo dell'abitato di Gizzeria, un paese che non avrebbe avuto però un ulteriore sviluppo se non fosse stato rinvigorito dall’apporto d'alcuni, profughi albanesi, venuti nell'Italia meridionale per sedare la rivolta dei baroni calabresi, capeggiata da Antonio Centelles, il quale si era ribellato al re di Napoli Alfonso I d'Aragona. Le truppe albanesi, guidate da Demetrio Reres inviato appositamente dall’eroe nazionale Scanderberg, contribuirono valorosamente a riconquistare la Calabria. Stabilitosi, infine, il Reres a Reggio, furono i suoi compagni a fondare, tra il 1448 e il 1450, Gizzeria e numerosi altri paesi della provincia di Catanzaro. I primi coloni albanesi, quasi tutti poveri e poco rispettosi dei vicini e del potere feudale, per procurarsi da vivere furono costretti a fare scorrerie per le campagne che davano luogo a continui reclami delle popolazioni danneggiate. Solo quando fu loro preclusa ogni speranza di poter rientrare nella loro terra d'origine, l'Albania, essi furono obbligati ad accettare il vassallaggio dei Cavalieri di Malta. Dalla costituzione in "universitas", tra il 1558 e il 1574, la sua storia come quella di molti altri piccoli Centri calabresi, non offre per secoli elementi di particolari novità. Solo alla fine del '700, e dall'avvento dei Francesi, il paese sembra scuotersi da tale atavico torpore, riservando una buona accoglienza ai reparti dell'esercito rivoluzionario, salvo poi a ricredersi nel 1806, quando Gizzeria accolse a fucilate quei Francesi che dovevano rimanervi per tre anni. Nel '48 è segnalata la presenza di diversi gizzeresi nella battaglia dell'Angitola, nel corso della quale avrebbero dato buona prova del loro valore contro le milizie borboniche. Anche una cellula rnazziniana vi sorse e prosperò, animata precipuamente da Antonio Miceli e da quell'Alessandro Toja, che ritroveremo poi tra i mille di Garibaldi. Le sole vestigia di tale percorso storico sono costituite dagli edifici di culto e dai pochi palazzi medio-alto borghesi con qualche ricerca d'ornamentazione ricalcante moduli “neoclassici” Sono di qualche interesse la chiesa dell’Annunziata e la Parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista. Ricordiamo anche i ruderi di una terza chiesa annessa al convento di S. Francesco d'Assisi, che si può far risalire, secondo un ricercatore locale, al 1500. Gli albanesi avevano portato nelle nuove terre, assieme alla lingua, le loro tradizioni, i loro costumi, i loro usi. La comunanza con altre famiglie venute da altre zone della Calabria, in particolare dopo i due disastrosi terremoti del 1638 e del 1783, gli scambi commerciali, le relazioni, i matrimoni con gente dei paesi vicini, modificarono notevolmente il carattere della popolazione, preparando la progressiva scomparsa dell’idioma arbresh.

Gizzeria - Piccola Grande Italia

Comune calabrese, in provincia di Catanzaro, con più di tremilaottocento abitanti. Il patrono è San Giovanni Battista.

VISITA PAESE GIZZERIA

Un videoclip di Antonio Grande per Lametino CreaTiVo la web-tv della Città di Lamezia Terme.

Collocato a 630 mt. slm. sulla Sila Piccola lametina, è raggiungibile dalla Salerno Reggio
Calabria, per chi viene da nord, uscita Falerna, ss. 18 direzione Reggio Calabria, uscita Gizzeria e, per chi viene da sud, uscita Lamezia terme, ss. 18, direzione Salerno, uscita Gizzeria.
La sua fondazione avvenne ad opera di alcuni profughi albanesi sfuggiti dalla distruzione
della colonia greca di Iazzaria, avvenuta nel 981 ad opera dei Saraceni. Nel riordino amministrativo del 1807 Gizzeria divenne Università del Governo di SantEufemia del Golfo e nel successivo intervento del 1811 fu compreso nel Circondario di Sambiase.
Leconomia è prevalentemente agricola (legumi, frutta, cereali, olive, uva).

Canzone Spot Tv Calabria 2013 - Gira e Rigira la Calabria

Da pochi giorni vediamo in tv la nuova campagna pubblicitaria "gira e rigira la Calabria ti stupisce sempre" lanciata dalla Regione e ideata dall'agenzia Pomilio Blumm. Attraverso lo spot facciamo un viaggio tra le bellezze calabresi e le tante possibilità che offre questa magica terra: la fauna marina, le spiagge, le montagne innevate, i fantastici panorami,il buon cibo, i monumenti e i celebri Bronzi di Riace. Un tablet ci mostra le fantastiche immagini di una terra tutta da scoprire e che noi vi consigliamo di visitare.